LA FIERA DEL MODELLISMO N°1 IN ITALIA

Quando il modellismo corre sui binari: ecco cos’è il ferromodellismo

Tra le passioni di nicchia ma dal fascino irresistibile vi è quella del ferromodellismo, non tutti conoscono bene tale settore e nella maggior parte dei casi ci si ritrova ad osservare piccoli capolavori con passività.
Oggi si cercherà di approfondire questa tematica in modo da valorizzarne i principi ed informare tutti coloro che avranno voglia di avvicinarcisi anche solo per curiosità. Fondamentale premettere che il ferromodellismo nella sua pienezza può essere compreso solo attraverso esperienze tattili e visive, capaci di avvolgere completamente l’utente finale.

Modellismo, un po’ di storia

Per scoprire davvero il ferromodellismo è importante conoscerne le origini; il ferromodellismo è un termine coniato in tempi moderni nel 1951 da Italo Briano, infatti prima di questa data il termine utilizzato era modellismo ferroviario. Come si può intuire il ferromodellismo si occupa di ricostruire fedelmente in scala le ferrovie e gran parte di quello che è il mondo che sta attorno a loro.
Nel corso della storia il ferromodellismo ha avuto diverse evoluzioni, come primi passi ci si deve collocare temporalmente agli inizi del XX secolo, dove con l’introduzione sul mercato dei trenini elettrici si cominciò a pensare alle vecchie riproposizioni ferroviarie come delle vere e proprie scenografie statiche. La riproposizione di scenografie statiche ha avuto la capacità di dividere due filosofie di pensiero, una in cui ci si sofferma sulla riproduzione dettagliata in una porzione di paesaggio ferroviario (diorama); l’altra in cui gli itinerari ferroviari hanno la capacità di raggiungere anche centinaia di metri (plastico).
In questa dicotomia si posiziona il ferromodellismo, appartenente ad entrambe le filosofie e che ha la capacità di abbracciare diverse funzioni pratiche; tra le più significative vi sono sicuramente: realizzare gli elementi scenografici del plastico, costruire un tracciato rotabile, miniature, elettronica per il controllo e conduzione dei vari modelli sul percorso; aggiungendo a queste caratteristiche anche la riproduzione fedele di località ed orari delle ferrovie originali.

La scala sopra ogni cosa, H0

Come si può immaginare, le riproposizioni, siano esse appartenenti al plastico ferroviario o a particolari diorami, nella maggior parte dei casi vengono riprodotte in scala inferiore a quella originale. Questo avviene non solo per una logica convenzione spaziale ma anche e soprattutto per contenere i costi economici, già molto esosi di per sé. Il modellismo su binari ha diverse scale di riproduzione su cui usualmente si fa affidamento, ma oggi ci occuperemo della scala più utilizzata e di quella che nella grande maggioranza dei casi viene esposta in musei o ambienti di collezionismo; si tratta della scala H0.
La scala di rappresentazione H0 è utilizzata strettamente nel modellismo ferroviario e basa le proprie proporzioni su un rapporto di riduzione 1/87, per i puristi del tecnicismo si sottolinea lo scartamento di 16.5 millimetri, che nelle sottoscale H0m e H0m è rispettivamente 12 e 9 millimetri. La nomenclatura H0 deriva dal tedesco Halb-null che si può tradurre con: metà-zero; questa denominazione venne coniata la prima volta nel lontano 1930 nel Regno Unito per sostituire la classica scala 00. Si affermò come scala principale nel modellismo ferroviario grazie alla produzione di trenini giocattolo, i quali imposero un vero e proprio standard di realizzazione.
La scala H0 si impose prima nell’America settentrionale e poi in Europa, l’Italia qualche anno dopo si inserì nella produzione commerciale con questa scala, presentando modelli esclusivi. Esclusività fornita da materiali di prima qualità e manodopera di livello superiore alla media.

Materiali

Il ferromodellismo nasce quindi dall’esigenza di riprodurre in scala ridotta un mondo ricco di particolari e di suggestione come quello dei treni; affinché questo possa avvenire è fondamentale affidarsi a prodotti e materie prime di altissimo livello. La qualità dei materiali può essere determinata da due fattori principali: riproduzione reale e riproduzione simulata.
La riproduzione reale si basa sul principio di proporre gli stessi identici materiali del prodotto originale, sia esso in legno o in metallo; come si può immaginare è un lavoro molto più complesso e richiede una conoscenza dei materiali approfondita e scientifica. In molti casi a causa di impossibilità di reperire materiali originali si opta per quella che è una riproduzione simulata, cioè utilizzare materiali alternativi che diano la stessa resa visiva anche se non la stessa composizione chimica.
Tra i materiali utilizzati per la riproduzione simulata figurano le plastiche composite, che hanno la capacità di essere modellate con molta facilità ed attraverso una verniciatura ad hoc garantiscono un effetto similare al metallo dei modelli originali. Ma il ferromodellismo è così complesso come sembra oppure tutti possono avvicinarcisi e provare l’emozione di creare qualcosa da zero? Nelle prossime righe si analizzerà quelle che sono le diverse produzioni possibili.

Ferromodellismo, quando produrre diventa un hobby

Quando si ha vicino un modello ferroviario si è spesso di fronte al difficile dilemma se questo appartenga ad una costruzione artigianale oppure ad una industriale; sono queste due categorie così differenti?

Modellismo ferroviario artigianale
Negli ultimi anni il fenomeno dei costruttori di modelli ferroviari è in netta ascesa, riproduzioni sempre più ricercate prendono vita grazie ad appassionati ed artigiani sopraffini. Attraverso questa continua ascesa e passione vengono meno molti difetti che spesso si presentano in una produzione industriale; per questo motivo e per l’enorme qualità dei materiali utilizzati, i costruttori definiscono delle serie limitate e numerate con finalità collezionistica. Interessante l’evoluzione che sta assumendo la riproduzione artigianale in scala 1:2, che come si può dedurre è rivolta a personalità con grandi giardini o aree da esposizione.

Modellismo ferroviario industriale
Altra faccia della medaglia del costruire modelli ferroviari è la produzione di miniature ferroviarie in modo industriale; questo sicuramente meno emozionale e profondo di quello artigianale ma che è molto forte sul mercato. La diffusione capillare di grandi catene di produzione, hanno permesso che la diffusione di modelli ferroviari diventasse commerciale e possibile a tutti ad un costo sostenibile. Possedere un prodotto industriale può risultare meno nobile di uno artigianale ma molte aziende, anche italiane, stanno sperimentando materiali e tecniche nuove per garantire al pubblico un prodotto quanto più fedele all’opera originale.

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