
La calma, sul vocabolario marinaresco, è una parola molto utilizzata. Fa riferimento al mare e alla sua capacità di seguire i ritmi mutevoli dei venti. Se il mare fosse una creatura mitologica, i venti gli farebbero cambiare non solo direzione ma anche umore. Lo sanno bene i velieri e lo sanno soprattutto i capitani di queste “barche a vela” in movimento grazie all’azione del vento sulle vele dei pennoni. Su ogni veliero, escluse poche eccezioni, si riconosce l’uso abbondante del legno, uno scafo e un numero variabile di alberi e vele.
Ma sono le differenze che contano perché in esse risiede la ragione del fascino che queste suggestive imbarcazioni esercitano sui collezionisti. Tra questi, riconosciamo ovunque appassionati di ogni età, addirittura dall’Antico Egitto, anche se è dal 1920 che il modellismo navale diventa un vero e proprio hobby grazie all’immissione sul mercato dei primi kit di montaggio. Da allora, i modellini in scala dei velieri, tra i “modellini navali dinamici”, sono tra i più esigenti in termini di dedizione e impegno pur sapendo ricambiare il collezionista con una notevole dose di soddisfazione e orgoglio. Ma quali sono i velieri maggiormente noti e simbolici che è possibile riunire nelle collezioni di modellini più affascinanti?
I velieri più antichi
Quella dei velieri antichi, è una tipologia di “modellini navali dinamici” che viene spesso scelta per iniziare una collezione. Si tratta, infatti, di modelli piuttosto semplici e costituiti da pochi elementi. Tra questi c’è la Pentera cartaginese: lunga più di trenta metri, è dotata a prua di una caratteristica cabina. È anche chiamata “nave nera” a causa della pece che la ricopriva.
Tra i velieri antichi più scenografici, c’è la nave che gli Egizi usavano per navigare il Mar Rosso. Anche la Bireme greca da battaglia, con il suo caratteristico becco uncinato a prua e la doppia fila di remi sui fianchi, è un modello veramente iconico: poteva contenere più di quaranta rematori. Tra le imbarcazioni romane caratteristiche, ci sono la Bireme e la Oneraria, quest’ultima utilizzata dal III sec. a.C. fino alla tarda età imperiale per il trasporto di merci all’interno di anfore.
Tra caravelle e galeoni a bordo di un brigantino
Durante il Medioevo, la nascita di un nuovo tipo di nave a due alberi, segna l’inizio di una diversa fase costruttiva che porterà in seguito alla nascita dei velieri più grandi come i vascelli. In tutto questo, Arabi e Turchi e in particolare Genovesi e Veneziani, utilizzavano nelle loro flotte un tipo di veliero chiamato galea, anche questo molto collezionato.
Una evoluzione nella storia dei velieri è sicuramente la caravella, resa celebre da Cristoforo Colombo. La Niña, la Pinta e la Santa Maria, giunte per convenzione ai Caraibi nel 1492, rientrano a pieno titolo tra i modellini navali più collezionati. In particolare, la Santa Maria è tra i più semplici da costruire. Dal 1400 si diffuse anche un altro tipo di veliero, chiamato brigantino.
Tra i più famosi, ci sono il brigantino inglese HMS Beagle, varato nel 1820, e il brigantino americano HMS Eagle del 1812, dotato di ben venti cannoni. Sono proprio i modelli con cannoni ad essere spesso molto attraenti per i collezionisti e in questo senso i galeoni sono tra i più coinvolgenti. Essi sono dei velieri da guerra, progettati soprattutto da spagnoli, e costruiti per affrontare gli oceani in particolare tra il XVI e il XVII secolo. Tra i modellini più diffusi, alcuni sono immaginari come il Galeone Elisabettiano e la nave Perla Nera, quest’ultima ispirata alla saga hollywoodiana “Pirati dei Caraibi”. Si tratta di modellini massicci, spesso ricchi di decorazioni e con il “castello” a poppa, ovvero la parte rialzata del ponte di coperta, davvero molto alto. Anche il galeone veneto, con tre alberi e dodici cannoni, è molto noto tra i collezionisti di modellini. Infine, c’è il famosissimo MayFlower che nel 1620 trasportò i Padri Pellegrini dall’Inghilterra al continente americano.
Tra vascelli e fregate sui velieri più famosi al mondo
Siamo nel 1700 quando la nascita delle prime scuole di fabbricazione navale e i vari cambianti sociali porteranno il modello del galeone ad essere completamente rivisto. È tempo per le navi di avere tre alberi invece di due e di aggiungere vele quadrate, senza decorazioni e con i “castelli” più bassi. Nascono così i vascelli e le fregate, ovvero velieri molto grandi che possono arrivare anche a pesare 5.000 tonnellate. Tra quelli più amati dai collezionisti, c’è l’HMS Bounty. La nave è famosa soprattutto per l’ammutinamento dell’equipaggio. Il modellino in scala è molto fedele perché sono stati utilizzati i disegni dell’Ammiraglio Bligh. Tra i vascelli più noti, c’è l’ottocentesca HMS Victory che fu la nave del famoso Ammiraglio Nelson e che è il più celebre veliero inglese.
In tempi a noi più recenti, c’è l’Amerigo Vespucci, varata nel 1931 e considerata la “nave scuola” italiana per eccellenza. Il suo gemello, il veliero Cristoforo Colombo, è anch’esso immancabile nelle collezioni di modellini navali. Anni prima, all’inizio del secolo scorso, William Gardner progettava un altro grande classico, il veliero Atlantic che nel 1905 attraversò l’Atlantico in circa dodici giorni. Arriviamo dunque ai giorni nostri, con un altro veliero simbolico per i collezionisti, la “nave scuola” tedesca Gorch Fock. Costruita nel 1958 da allora è stata protagonista di ben 146 viaggi e oggi è una nave-museo.
- Navimodellismo
- 11 Marzo 2021